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Istituto Comprensivo Calcinato Settembre 2017







Istituto Comprensivo Calcinato 29 Maggio 2017


La valutazione delle scuole in Europa:
politiche e approcci adottati dai sistemi educativi europei

Migliorare la qualità dell’istruzione e della formazione è un punto fondamentale del dibattito politico sull’istruzione sia a livello nazionale che europeo. A livello europeo, è stata ampiamente riconosciuta la necessità di politiche e di sistemi volti a garantire e migliorare la qualità dell’istruzione. Nel 2014, il Consiglio ha invitato la Commissione europea a rafforzare l’apprendimento reciproco e a sostenere gli Stati membri nello sviluppo dei propri sistemi di assicurazione della qualità.

La valutazione delle scuole è volta a monitorare o migliorare la qualità della scuola nel suo insieme. Può far riferimento a una vasta gamma di attività scolastiche, compreso l’insegnamento e l’apprendimento, e/o a tutti gli aspetti della gestione scolastica. Esistono due principali tipologie di valutazione scolastica: la valutazione esterna, svolta da valutatori che non appartengono al personale della scuola in questione, e la valutazione interna, condotta principalmente dai membri del personale della stessa.

La valutazione delle scuole è un approccio diffuso usato nell’assicurazione di qualità in Europa. In numerosi paesi, vengono svolte sia la valutazione esterna che la valutazione interna delle scuole. La valutazione delle scuole è un possibile metodo di assicurazione di qualità, che spesso coesiste con altri tipi di approcci, come il monitoraggio dell’intero sistema educativo o la valutazione degli insegnanti.

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I Quaderni di Eurydice Italia Settembre 2016


L’INSEGNAMENTO DELLE LINGUE STRANIERE A SCUOLA IN EUROPA

Quali sono le lingue più studiate nelle scuole europee e a che età gli studenti cominciano a studiare la prima e la seconda lingua straniera? Quale livello di conoscenza della lingua è atteso dagli studenti alla fine dell’istruzione o bbligatoria? Come sono valutate le competenze linguistiche degli studenti immigrati neo arrivati e che tipi di supporto linguistico sono resi disponibili per questi studenti?


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Simona Baggiani Eurydice 19 Maggio 2017



LA SCUOLA IN LOMBARDIA

Negli ultimi anni la scuola lombarda ha avuto un incremento sia nel numero delle scuole che degli alunni frequentanti, con conseguente aumento dell’impegno profuso sull’intero territorio lombardo. Le istituzioni scolastiche in Lombardia si son o impegnate tradizionalmente su varie tematiche progettuali, anche attraverso l’adesione alle reti di scopo, fra cui: legalità, orientamento e dispersione scolastica, didattica per competenze, alternanza scuola lavoro, inclusione, valutazione. Nell’ultimo triennio, l’impegno della Direzione scolastica regionale è stato quello di garantire il prosieguo di tali attività, ma anche di ampliare il numero dei partecipanti alle proposte progettuali. Il lavoro svolto ha fatto sì che la quasi totalità delle scuole l ombarde (oltre 8.000) sia interessata operativamente in progetti innovativi anche grazie al progressivo coinvolgimento di tutti gli stakeholder presenti sul territorio e alla collaborazione fra le diverse istituzioni. In tale ottica la Scuola lombarda ha o ttenuto il riconoscimento di essere partner indispensabile per qualsiasi politica di crescita sociale.

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Ufficio Scolastico per la Lombardia Settembre 2017



Con l'avvio dell'anno scolastico 2017-2018, l'Istat rende disponibili i dati sugli spostamenti casa-scuola di bambini e ragazzi fra gli 8 e i 14 anni, esito dell'indagine multiscopo Uso del tempo riferita all’anno 2014, approfondendone caratteristiche personali, familiari e di contesto.
Sono 200.000 i bambini e i ragazzi che percorrono un tragitto casa-scuola entro il chilometro di distanza da soli o con i loro pari: il 30,3% della popolazione fra gli 8 e i 14 anni.
I ragazzi più grandi (11-14 anni) sono evidentemente più indipendenti di quelli più piccoli (8-10 anni) – rispettivamente il 42,5% e il 17,3%. I ragazzi inoltre superano seppure di poco le ragazze; ammonta al 31,8% la loro quota rispetto al 28,3% delle coetanee.
Uno degli elementi determinanti è la dimensione demografica del comune di residenza: la percentuale di 8-14enni che si spostano senza la supervisione di un adulto sale infatti al 42,6% se risiedono in comuni fino a 2.000 abitanti. Il piccolo centro favorisce soprattutto la mobilità indipendente dei più piccoli (il 79,5% dei bambini 8-10 anni) mentre nell'area metropolitana sono i ragazzi più grandi a muoversi maggiormente da soli (il 49,7% nei centri e il 73,4% nelle periferie).
È nei grandi comuni (oltre 50.000 abitanti) che è più penalizzata l'autonomia di bambini e i ragazzi dove soltanto il 22,4% non viene accompagnato a scuola da un adulto.
Alcune condizioni e comportamenti che connotano la vita del bambino/ragazzo e della sua famiglia influiscono sulla propensione ad andare a scuola da soli in età compresa tra gli 8 e i 14 anni: sono il 42,1 % tra quelli che svolgono i compiti in autonomia; il 37,0 % se si lavano e si vestono da soli; il 31,2% se hanno almeno un fratello o una sorella. Infine, nelle famiglie che non possiedono un'automobile, la percentuale raggiunge il 47,7%.


Dati ISTAT Settembre 2017


Compiti per casa:
aiuta il tuo bambino a svolgerli in 5 mosse

Ci siamo, le scuole sono ricominciate, il week end è finalmente giunto e con questo la solita sua dose di compiti per casa. Dopo una settimana a scuola sai bene quanto la stanchezza e la poca voglia di rimettersi sui libri contribuiscano a fargli perdere la concentrazione, ma esiste un piccolo trucco in grado di aiutarlo a ritrovarla con 5 semplici mosse.

Compiti per casa:

parti dalla materia più difficile O meglio, quella che il tuo bambino reputa tale. Questo perché al momento di iniziare i compiti per casa, la sua soglia di attenzione è sicuramente più alta rispetto a quando, tra un po’, inizierà a essere più stanco. Insomma, è meglio togliersi subito di torno il compito che richiede più concentrazione.

Elimina le distrazioni

Computer, cellulare, tablet, tv: mettere tutto via (a patto che uno di questi strumenti non sia funzionale allo svolgimento di un compito assegnato).

Fare piccole pause

Alternare a una mezz’oretta sui libri, 10 minuti di stop. Servono per staccare la testa e tornare sui compiti con un po’ più di lucidità. Questo perché dopo 30/40 minuti di studio la concentrazione inizia a calare e bisogna recuperarla.

Mostrati paziente

Mettere ansia e fretta al bambino o sgridarlo quando non capisce un concetto o sbaglia non serve ad altro se non ad alimentare la sua insicurezza e fargli perdere la concentrazione. Mamma e papà devono invece mostrarsi il più coinvolgenti possibile ed essere disponibili a spiegare nuovamente l’esercizio qualora questo non venga capito. Se al contrario sono loro a vivere, per primi, i compiti come un peso, al bambino arriverà questo stesso messaggio e non sarà certo stimolato a svolgerli bene.

Fai domande

Ma attenzione, non solo rispetto ai contenuti studiati. Le domande che vanno rivolte al bambino devono avere lo scopo di aiutarlo nella costruzione di un metodo di studio. Possono quindi essere del tipo:

– Cosa hai studiato l’ultima volta?
– In che modo quello che hai studiato oggi potrebbe tornarti utile in un altro contesto?
– Secondo te, quali sono gli aspetti più importanti di quello che hai studiato oggi?
– Quale concetto sintetizza meglio quello che hai studiato?



TUTTOSCUOLA.com - 24 Settembre 2017















ISTRUZIONE - LE SCELTE DELLE FAMIGLIE

A TEMPO PIENO TRE SU DIECI

HANNO CHIESTO AIUTO ALLA SCUOLA

Iscrizioni on line, anche qquest'anno 3 famiglie su 10 hanno chiesto l'aiuto delle scuole per la procedura sul Web. E alle primarie la maggior parte dei genitori ha optato per il tempo scuola "ordinario" invece che per il tempo pieno. Sono alcuni dei dati contenuti nel focus sulle iscrizioni al prossimo anno scolastico (2017-2018) pubblicato dal Miur. Famiglie più "hi-tech" al Nord A partire dall'a.s. 2012/2013 (legge n.135/2012), ricorda il Miur, le domande di iscrizione vengono compilate e inoltrate alle scuole tramite la procedura on line, ma per le famiglie che non dispongono di un accesso a Internet è previsto il sostegno da parte degli istituti. Un sostegno del quale ha approfittato il 31% dei genitori, dice il focus, precisando che tale dato «risulta comunque allineato al livello di "digitalizzazione" della popolazione italiana». Le più hi tech sono le famiglie residenti in Friuli Venezia Giulia (l'87% ha inoltrato la domanda in completa autonomia), il Veneto e la Lombardia (in entrambi i casi 85% di iscrizioni autonome). Per le domande di iscrizione dirette alle scuole paritarie, invece, non c'è l'obbligo di utilizzo della procedura on line, anche se queste scuole si possono attivare per utilizzare il modello di domanda elettronico. E quest'anno la partecipazione al sistema on line da parte delle paritarie è stata complessivamente del 30% (22% delle scuole primarie, 26% del primo grado e 43% per le scuole del secondo grado). Per quanto riguarda l'assolvimento dell'obbligo scolastico nei percorsi di istruzione e formazione professionale, i Centri per la formazione del Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Lazio, Molise e Sicilia, a seguito delle convenzioni sottoscritte con il Miur, hanno potuto gestire le domande ricevute direttamente sul portale Sidi, evitando, così - sottolinea il minisero - il fenomeno delle "doppie iscrizioni". Tempo ordinario per il 57% delle famiglie Le domande e di iscrizione alle classi prime di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado presentate per l'anno scolastico 2017/18 sono state 1.610.351. Alla primaria, spiega il Miur, il 57% delle famiglie ha preferito il tempo scuola "ordinario" (27-30 ore settimanali) mentre il 40% ha optato per il tempo pieno di 40 ore settimanali. La scelta dell'orario scolastico varia territorialmente: a sud è più alta la richiesta di tempo pieno in Molise e in Calabria (56% e 54% delle domande, rispettivamente), al centro in Toscana (56%) e a nord in Liguria (51%). Più omogenee sono, invece, le richieste nel caso della scuola secondaria di primo grado, dove l'85,3% delle famiglie si è indirizzato su un orario di 30 ore settimanali. Alle superiori vince il liceo Secondo i dati, dei circa 552mila studenti che hanno preso la licenza media, soltanto il 5% prosegue in percorsi di Istruzione e formazione professionale (IeFP) svolti presso i centri di formazione regionali. Gli altri vanno alle superiori e nel 53,4% dei casi scelgono un indirizzo di liceo, in particolare, il liceo scientifico (15,2%). Restano più o meno stabili le iscrizioni agli istituti tecnici (30,4%) con un leggero ncremento per il settore tecnologico, dove si registra il segno positivo delle iscrizioni all'indirizzo "Informatica e Telecomunicazioni". Dalla distribuzione territoriale si conferma la prevalenza di iscritti in percorsi liceali nelle regioni del Centro (59,7%) e meno in quelle del Nord-Est (46,6%) dove la preferenza va ai percorsi a indirizzo tecnico (37%).

Il Sole 24 Ore del 19 Giugno 2017